Annalisa Marotta, Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione I.R.C.C.S. Neuromed
Ognuno di noi possiede uno specifico corredo genetico, ereditato dai nostri genitori, sostanzialmente immutabile nel tempo. Il nostro fenotipo, ossia così come siamo nell’aspetto e nelle nostre funzioni, può subire cambiamenti, essendo di fatto il risultato dell’interazione dei geni con l’ambiente e il clima in cui si nasce e si cresce, che si traduce in una variabile espressione genica.
Per molti anni si è pensato che corredi genetici diversi interagissero in maniera distinta con l’ambiente a generare fenotipi diversi.
Questo assioma sembra vacillare nella sua assolutezza se leggiamo i risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori canadesi dell’Ontario Institute for Cancer Research e della University of Montreal, pubblicato recentemente sulla rivista Nature Communications.
I ricercatori canadesi hanno coinvolto circa 1007 soggetti residenti in tre diverse regioni del Quebec (due urbanizzate e una rurale) che sono stati dapprima studiati per caratterizzare il loro corredo genetico. I profili genetici dei partecipanti hanno permesso di distinguere gli abitanti autoctoni di ognuna delle tre regioni da coloro che vi erano giunti in seguito a flussi migratori.
Con grande sorpresa, a questa distinzione genetica, però, i ricercatori non hanno potuto associare una distinzione di espressione genica, che, invece, sembra essere influenzata per la maggior parte dal luogo, e quindi dall’ambiente, in cui i partecipanti vivevano. In altre parole, individui con profili genetici distinti finiscono per avere uno stesso pattern di espressione dei geni stessi se condividono lo stesso ambiente di vita.
Oltre a questa straordinaria scoperta, i ricercatori canadesi hanno anche potuto specificare alcuni degli elementi ambientali che maggiormente sono alla base di questi cambiamenti.
In particolare, sono stati presi in considerazione dodici inquinanti ambientali, alcuni indici socio-economici e fattori antropometrici. I ricercatori hanno scoperto che è in particolare il biossido di zolfo ad influenzare maggiormente l’espressione di 170 geni con funzione regolatoria dei processi cardio-metabolici e respiratori. Questi cambiamenti ancora una volta non dipendono dalla diversità genetica degli individui, ma dall’ambiente in cui vivono.
Saranno naturalmente necessari futuri studi sull’epigenetica a confermare i risultati ottenuti da questi ricercatori e a stabilire l’impatto di questi concetti sulla prevenzione delle patologie.